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Antonio Messeri (1868-1923)

Antonio Messeri in una caricatura di Achille Calzi

Messeri nacque a Firenze il 5 maggio 1868. All’età di nove anni fu messo dal patrigno Ambrogio Grimaldi, direttore della Ditta Paravia di Firenze, nel collegio annesso al Seminario Vescovile di Colle Val d’Elsa (Siena) dove compì i suoi studi fino alla licenza conseguita presso il Regio Ginnasio di Siena.
Dimostrò fin da giovane amore allo studio e ingegno non comune; aveva un carattere allegro, spiritoso, vivace e spiccate attitudini per la musica e la recitazione, tanto che, anche dopo la sua uscita di collegio, fu richiamato dai suoi insegnanti a far parte della compagnia drammatica dell’Istituto della quale era anima viva.
Frequentò il Regio Liceo Galilei di Firenze e di lì passò all’Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento, iscrivendosi alla sezione di Filosofia e Filologia. Ebbe come maestri Pasquale Villari, Adolfo Bartoli, il Trezza, il Paoli, il Del Vecchio, Pio Rajna, Augusto Conti e altri tutti valorosissimi, che lo amarono e lo stimarono.
Si laureò dottore in Lettere il 30 maggio 1893: la sua tesi su Matteo Palmieri, cittadino di Firenze del sec. XV, memoria biografica con l’aiuto di nuovi documenti del Regio Archivio di Stato Fiorentino fu giudicata un buon contributo alla storia della Repubblica Fiorentina ed ebbe l’onore di essere desiderata e pubblicata nell’Archivio Storico Italiano (Serie V – tomo XXII, anno 1894) dal professore Cesare Paoli, direttore di quella importante rivista.
A partire dal 1892, non ancora laureato, Messeri fu insegnante in diversi ginnasi e licei, fino all’incarico nell’ottobre 1899 al Regio Liceo di Faenza, dove insegnò fino al 1912 e dove nel suo ultimo anno venne incaricato della Presidenza.
Fu in seguito nominato Preside al Regio Liceo di Foggia e nell’agosto 1914 passò a Lecce con l’incarico di Provveditore agli studi; egli però lasciò tale ufficio che non si confaceva alla sua mente di studioso e tornò come Preside al Regio Liceo Alighieri di Ravenna, mantenendo la carica fino al 31 dicembre 1923, giorno in cui fu messo in pensione per ragioni di salute.
La sua carriera fu luminosa.
Insegnò anche storia dell’arte prima al Liceo di Faenza (corso facoltativo) e per sette anni, fino al 1926, all’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Fu anche ispettore nelle Scuole Medie per il Circolo di Firenze negli anni scolastici 1911-12.
Ebbe incarichi e missioni di vario genere e fu membro di commissioni e di concorsi ed esami; ovunque lavorò con capacità, amore e scrupolosa onestà e giustizia.
Membro della Deputazione di Storia e Patria per le Romagne e della Società Colombaria di Firenze,
Fu conferenziere ricercato e dicitore di versi apprezzatissimo. Vittorio Fiorini, Accademico Italiano e Ispettore Centrale del Ministero della Pubblica Istruzione, ebbe per lui grande ammirazione e gli affidò lavori seri e di profonda cultura storica. Lo stesso Giosuè Carducci ebbe per lui stima e amicizia e giudicò “l’Enzo Re, il Galeotto Manfredi e il Ca-ira, tre esempi del suo concepire forte, ardito ed evidente e degna rappresentazione storica eligante moderna”.
La sua più importante ricerca storica è Faenza nella storia e nell’arte, scritta con il pittore Achille Calzi: pubblicato nel 1909 dall’editore Edoardo Dal Pozzo, il poderoso volume di 646 pagine riccamente illustrato ebbe grande successo, tanto che tutte le famiglie faentine benestanti ne acquistarono copia, e costituisce ancor oggi una pietra miliare per studi di storia dell’arte e ricerche storico-letterarie che interessano non solo Faenza ma tutta Italia per le relazioni fra le vicende storico-artistiche della città romagnola e quelle dell’intero Paese.
Oltre alle sue già citate opere, ricordiamo altri suoi studi quali: Il concetto fondamentale dei Promessi Sposi, Firenze 1890 (opuscolo); La Rivoluzione Francese e Vittorio Alfieri, Pistoia 1893; La Casa di Savoia nel Risorgimento Italiano, Garramone 1896. Morì nel 1933. Fu anche autore di varie monografie storiche, di manuali scolastici, collaboratore del Rerum italicarum scriptores.

Testo biografico da: G. Cicognani, Antonio Messeri, Museo informa, a. 21., n. 59 (luglio 2017), p. 19.
Pubblicazioni on line: Faenza nella storia, Pasqua di liberazione a Faenza (12-13 giugno 1859), testo del discorso commemorativo fatto nel teatro comunale di Faenza il 13 giugno 1909.
Per saperne di più: pagina del Liceo Torricelli Faenza, bibliografia nella rete delle biblioteche di Romagna e San Marino,

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